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IL CASO REMS

Salute psichiatrica in carcere: la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiede chiarimenti al Governo italiano sulle condizioni di trattamento di un detenuto nel carcere San Vittore di Milano, in attesa da mesi di essere inserito in una struttura REMS. 

L'associazione StraLi ha supportato la presentazione di un ricorso d’urgenza alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo relativamente alle condizioni di salute di un detenuto del carcere di Milano afflitto da patologia psichiatrica conclamata, da mesi in attesa di essere inserito nelle cd. strutture REMS. 

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Nel caso specifico, infatti, il detenuto è stato dichiarato incompatibile con il regime carcerario più di sei mesi fa, con la conseguente revoca della misura carceraria e l’inserimento nelle liste d’attesa per la collocazione nelle strutture REMS, strutture ideate appositamente per l’accoglienza e la cura delle persone oggetto di misure cautelari con patologie psichiatriche. 

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Dopo innumerevoli solleciti per il suo inserimento in tale struttura e rilievi ai Giudici interni circa l’illegittimità del perdurare del suo stato detentivo, tutti rimasti invariabilmente inascoltati anche a dispetto del fatto che più volte la persona assistita ha tentato di farsi del male, è stato dunque presentato un ricorso urgente per denunciare alla Corte EDU tale condizione e chiederne l’intervento.  

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Questa condizione è tristemente nota nelle carceri italiane nelle quali si stima siano presenti più di 750 persone detenute in attesa di essere inserite in struttura REMS. 

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I giudici di Strasburgo, che su tale problematica hanno già condannato l’Italia nel febbraio di quest’anno per violazione della Convenzione, preso atto del contenuto del ricorso hanno sollecitato il Governo italiano a riferire entro lunedì 28 novembre in merito ai trattamenti messi in atto nel carcere di San Vittore rispetto alla salute mentale della persona detenuta, le cui condizioni richiederebbero, secondo quanto già espresso dalla Corte, un costante monitoraggio della situazione e una terapia adeguata alle esigenze cliniche della persona detenuta. 

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StraLi, in coerenza con la propria attività, auspica che la proposizione del ricorso ed il conseguente intervento della Corte EDU possa ulteriormente spingere il Governo italiano a porre un rimedio legislativo a questa situazione intollerabile, contribuendo così contribuire alla piena tutela della salute psichiatrica delle persone oggi detenute negli istituti di pena italiani. 

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