Alla fine è successo. Il 17 luglio 2019 il testo a tutela delle donne è stato approvato anche dal Senato – con 197 sì e 47 astenuti, tutti di PD e LeU. Ci torniamo – e, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, diventerà legge.
Cosa prevede?
1. Revenge porn: ebbene sì, diffondere foto o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona immortalata o ripresa è un reato per davvero, punito con la reclusione da uno a sei anni e con multa da 5.000 a 15.000 euro. Se ad agire è il coniuge, l'ex coniuge o persona che è o è stata legata da relazione affettiva con la vittima, la pena si fa più pesante.
Ah, viene punito anche chi ri-condivide la foto dopo averla ricevuta o trovata online.
2. Matrimonio forzato: anche il fatto di costringere con violenza o minaccia una persona a contrarre matrimonio contro la sua volontà diventa reato, aggravato nel caso in cui la vittima sia minore d'età.
3. Diventa reato anche la violazione delle misure cautelari imposte dal giudice durante il procedimento, quali l'allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati.
4. Ancora, le lesioni personali gravissime e permanenti – come ad esempio lo sfregio tramite acido – si elevano da aggravante a fattispecie delittuosa ad hoc, così sfuggendo al possibile annullamento nel giudizio di bilanciamento con un'eventuale attenuante.
5. Un'altra novità riguarda i tempi del processo penale: la nuova legge prevede che la vittima di violenza di genere o domestica venga sentita dal PM entro tre giorni dall'iscrizione nel registro delle notizie di reato. Inoltre, la vittima di violenza sessuale avrà un anno per denunciare, al posto dei sei mesi fino ad ora previsti.
6. I soggetti condannati per reati di violenza domestica o di genere avranno la possibilità di sottoporsi volontariamente ad un percorso di trattamento psicologico, che sarà condizione necessaria ai fini dell'eventuale sospensione condizionale della pena e che, in ogni caso, potrà essere valutato per la concessione di permessi o altri benefici penitenziari.
7. Ancora, si prevede l'istituzione di corsi di formazione per le forze dell'ordine, nell'ottica di una miglior preparazione ad affrontare questa particolare tipologia di reato.
8. In chiusura è previsto, come spesso accade, un generale inasprimento delle pene per delitti già esistenti, come i maltrattamenti in famiglia, lo stalking, la violenza sessuale su minore di anni 10 – sì, la legge non protegge solo le donne ma anche i bambini – e l'omicidio che oggi, se commesso contro convivente e comunque contro persona legata da relazione amorosa anche non stabile, è punito con l'ergastolo.
La maggioranza esulta e a noi – incredibile! – verrebbe da festeggiar con lei. L’esistenza del problema della violenza di genere certo non è un mistero per nessuno e dunque ben vengano interventi normativi in questo senso.
Però, c’è un però. Come accennato, PD e LEU non hanno votato a favore del testo di legge. Considerata la tendenziale vicinanza della “sinistra italiana” alle problematiche legate alla violenza di genere, tutto ciò lascia un po’ interdetti.
A quanto pare, quel che non è piaciuto agli astenuti – e anche, anzi soprattutto, alle associazioni di settore, che di tali problematiche si occupano quotidianamente, come @DiRE – è la mancata considerazione delle criticità avanzate dalle stesse associazioni durante le audizioni parlamentari.
Tra le altre cose, @DiRE fa notare come la lotta alla violenza di genere e domestica passa, inevitabilmente, per la formazione culturale delle persone, primo e vero luogo in cui sarebbe necessario intervenire ed investire. E se la legge appena approvata affianca ai draconiani aumenti di pena l’istituzione di corsi di formazione e preparazione per quei soggetti che, concretamente, si trovino a dover gestire tali problematiche – le forze dell’ordine in primis – è vero anche che in coda al testo troviamo la sorpresa: la clausola di invarianza finanziaria, che rischia di mandare tante belle parole in fumo. Con l’entusiasmo un po’ smorzato, staremo a vedere.
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