Il virus Covid-19 ha stravolto le nostre vite e le nostre abitudini: siamo tutti, ognuno a modo suo, preoccupati, frastornati, annoiati, e magari anche un po’ arrabbiati.
Di fronte a tutto questo, come associazione non vogliamo e non possiamo limitarci al ruolo di semplici spettatori. Per questo, con questa newsletter, vogliamo provare a darvi qualche informazione di carattere generale, e qualche consiglio - di carattere giuridico, ma non solo - per affrontare al meglio questo periodo. Insieme!
BEN INFORMATI, INNANZITUTTO
Se fare scorta di carta igienica o di penne rigate al supermercato in questi giorni può essere difficile, per quanto riguarda le notizie sul Coronavirus il problema è opposto: seguendo l’adagio per cui “è la dose a fare il veleno”, infatti, il rischio di “intossicazione” da notizie di cattiva qualità è dietro l’angolo.
Tra siti di informazione (o presunta tale) che sperano di sfruttare il momento a suon di titoli roboanti, messaggi improbabili fatti circolare nelle chat, passando per la semplice approssimazione di tante cose pubblicate sui social: in queste settimane l’attenzione alla qualità di quel che leggiamo deve essere massima.
Per evitare di farsi prendere dal panico, o di diffondere (anche in buona fede) notizie imprecise o false, ecco alcuni piccoli accorgimenti per vivere più sereni e meglio informati:
prendi per buone solo notizie che arrivano da istituzioni autorevoli e direttamente coinvolte nella gestione della crisi sanitaria: le Regioni, il Governo, la Protezione Civile, l’Oms, la Commissione Europea,ecc. Se ti viene il dubbio che una notizia di cui stai leggendo non sia vera, vai a verificare direttamente sul sito dell’istituzione citata;
nel caso di decreti o nuove disposizioni, verifica che siano già in vigore;
distingui sempre tra ciò che è certo - come alcuni dati verificati sui contagi e (ahimè) i decessi, o la data di entrata in vigore di una nuova disposizione governativa - e quello che è probabile, come le previsioni sulla famigerata “curva” dei contagi;
le abitudini di ognuno di noi possono fare la differenza: premia le testate giornalistiche o i siti che si impegnano a fare un’informazione seria e attenta alla verifica delle notizie. Insomma, questo può essere un buon momento per fare “pulizia contatti” tra le fonti di informazione che segui!
SECONDO: PSICOLOGICAMENTE STABILI
Se hai l’impressione di esserti ritrovato a vivere all’Overlook Hotel, e stai riscontrando l’esistenza di strane tendenze emotive e comportamentali non preoccuparti, è più che normale. Questa situazione di emergenza sta mettendo a dura prova il nostro fisico e il nostro cervello, ed è per questo che abbiamo chiesto alla nostra psicologa di condividere alcuni piccoli trucchi per sopravvivere:
l’abbiamo detto tante volte che siamo animali sociali e che ci siamo evoluti grazie alle nostre grandi abilità interattive, quindi non isolarti e cerca delle modalità alternative per stare in compagnia: noi organizziamo grandi aperitivi su Skype e svolgiamo le nostre riunioni in video chiamata;
non sconvolgere la tua routine. Benché la quotidianità non si svolga secondo i canoni “tradizionali”, cerca comunque di mantenere il tuo ciclo sonno-veglia abituale, lavora da remoto, mangia alla stessa ora di sempre;
svolgi attività alternative. Cimentati in cose che non hai mai avuto il tempo di fare: leggi, usufruisci di alcune delle innumerevoli iniziative gratuite online, riposati, metti in ordine il cassetto delle calze. Può essere utile stilare una lista delle attività del giorno.
mantieniti informato, ma non troppo! La voglia di essere costantemente aggiornati sull’andamento dei contagi e sui provvedimenti è tanta, ma non esagerare: ascolta i notiziari come facevi un tempo, senza tenere la tv accesa tutto il giorno. Pena: ansia eccessiva che non può far altro che avere risvolti negativi sul tuo benessere;
cerca aiuto. Se pensi che uno psicologo possa esserti utile, fai riferimento a una delle numerose linee gratuite attive a livello regionale e nazionale. Se hai uno psicologo di fiducia, chiedigli di poter usufruire di colloqui telefonici e via Skype.
NUOVI DECRETI E SANZIONI PENALI: COSA DEVI SAPERE?
Premessa doverosa: l'infilata di decreti di queste settimana ha fatto sì che il quadro, dal punto di vista legale, sia particolarmente complesso. Abbiamo fatto del nostro meglio per fornirti una sintesi efficace, ma comunque i punti da trattare sono molti. Ma non sarà un problema, no? Tanto, diciamocelo chiaramente, di questi tempi chi non ha 10 minuti per una lettura, tanto più se utile? Ma ora, procediamo.
I DPCM dell'8 e 9 marzo 2020 hanno previsto misure urgenti per il contenimento del contagio che vengono riassunte con il jingle che va in onda più o meno ogni 5 minuti in tv, creando spasmi oculari ai più (al punto che siamo convinti che ce lo sogneremo la notte per molto tempo). Nel decreto è previsto in particolare l’obbligo di presentare un’autodichiarazione che contiene i tuoi dati personali e nella quale deve essere indicato il motivo per il quale sei “uscito di casa”.
Cosa succede quindi se non vengono rispettati gli obblighi previsti nei decreti? E’ necessario fare un po’ di ordine e come al solito la risposta è “dipende”: se hai commesso una violazione fino alla data del 25 marzo 2020 può esserti stato contestato l'art. 650 c.p. se, in parole povere “sei uscito di casa senza un motivo valido” e hai dunque violato un obbligo imposto dall’Autorità, che è un reato di natura contravvenzionale che prevede la sanzione dell'arresto fino a 3 mesi o l'ammenda fino a 206 €. Al momento quindi potresti avere un procedimento in fase di indagine in ordine a tale reato.
Per complicare un po’ le cose il 25 marzo 2020 è stato emanato il Decreto Legge n. 19, che ha cambiato il tipo di conseguenza legata alla violazione delle prescrizioni. Dal 26 marzo 2020, infatti, per chi ha violato le prescrizioni è prevista la “sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000 e non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall'articolo 650 del codice penale”. Quindi a partire da tale data non sarà più contestabile la sanzione penale bensì l’illecito amministrativo così come descritto dalla norma riportata.
Ti chiederai forse: ma se ho commesso la violazione prima del 26 marzo continuo a dover rispondere penalmente? Per una volta occorre dare atto che il Legislatore, nonostante ci troviamo in una fase emergenziale con tutte le conseguenze in tema di qualità della legge, ci sembra abbia dato una risposta chiara. Infatti il comma 8 dell’art. 4 Del D.L. 25 marzo 20202 n.19 recita che le sanzioni amministrative “si applicano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ma in tali casi le sanzioni amministrative sono applicate nella misura minima ridotta alla metà'” che tradotto vuol dire che, per chi ha commesso un fatto prima del 26 marzo e gli era stato contestato l’illecito penale, qualora ritenuta sussistente la violazione, risponderà solo della sanzione amministrativa e dovrà pagare la somma di 200 Euro.
Certo è che queste non sono le uniche conseguenze alla quali posso incorrere essendo possibile configurare diverse situazioni e ipotesi di reato connesse. Quali possono essere i più gravi reati che ti possono contestare?
Se resisti alle Forze dell'Ordine che ti fermano per il controllo o “scappi”, ti potrebbe essere contestato il reato di resistenza a pubblico ufficiale punito dall'art. 337 c.p. con la pena della reclusione da 6 mesi a 5 anni;
ancora, qualora fosse violata la misura della quarantena imposta per le persone infette, potrebbe venire contestato l'art. 452 c.p., ossia “delitti colposi contro la salute pubblica”, tra cui figurano il reato di “epidemia” e le pene previste assumono una gradazione diversa in base al verificarsi di una delle ipotesi contemplate (reclusione da 6 mesi fino ad un massimo di 12 anni). Qualora non fosse in concreto applicabile tale fattispecie il nuovo decreto ha previsto la sanzione “dell'arresto da 3 mesi a 18 mesi e dell'ammenda da euro 500 ad euro 5.000” in ogni caso in cui venga violata la quarantena.
E veniamo infine alla famosa autodichiarazione. Il Decreto prevede che per gli spostamenti tu debba munirti di questa autodichiarazione, il cui modulo è disponibile sul sito del Ministero dell'Interno (è stata modificata più volte controlla di essere in possesso dell’ultima versione). E se non ho una stampante? La puoi copiare su un foglio di carta e vale lo stesso. E se me la dimentico? Puoi fare una dichiarazione orale alle forze dell'ordine che verrà trascritta in un verbale. Nell'autodichiarazione devi motivare i tuoi spostamenti, concessi solo a determinate condizioni. Cosa succede se fornisco informazioni false? Potrebbe esserti contestato l'art. 495 c.p. che sanziona chiunque dichiara o attesta falsamente ad un pubblico ufficiale l'identità, lo stato o altre qualità della propria o dell'altrui persona, ed è punito con la pena della reclusione da 1 a 6 anni. Ti consigliamo in ogni caso di non ascoltare le decine di vocali che circolano di questi tempi, ma di rivolgerti al tuo avvocato che saprà come consigliarti al meglio.
LE MISURE PER IL MERCATO DEL LAVORO
Domenica 22 marzo Domenica 22 marzo è uscito uno dei tanti DPCM legati all'emergenza sanitaria, in cui sono contenute ulteriori misure per affrontare l’emergenza COVID-19. Se l’Italia si è distinta positivamente per aver affrontato l’emergenza prima di altri Stati, nel campo del diritto del lavoro gli ultimi decreti tradiscono un operato del Governo più zoppicante.
Ecco, in sintesi, alcuni punti degni di attenzione:
Proroga delle scadenze. Sono state posticipate alcune scadenze relative ai versamenti mensili, ma non tutte (per esempio quelle legate alle Certificazioni Uniche, e non se ne capisce il motivo), obbligando gli operatori del settore a lavorare in condizioni tutt’altro che favorevoli;
Conflitto tra fonti normative. Per complicare ulteriormente il quadro, si è creata una situazione di conflitto tra quanto disposto dal DPCM del 23 marzo e i testi dei Decreti emanati dalle Giunte Regionali: in Piemonte, il testo emanato dalla Giunta sabato 21 marzo dispone la chiusura delle attività professionali mentre il DPCM del 23 marzo annovera gli studi professionali nella lista delle attività essenziali. Cosa seguire?
• Misure di sostegno al reddito. Sono state predisposte misure di sostegno alle imprese attraverso 3 tipi di cassa integrazione. Tuttavia, non è ancora chiaro se sia necessario espletare una previa consultazione sindacale (che in questa situazione emergenziale risulterebbe a dir poco una superflua complicazione) poiché all’interno dello stesso DPCM vi sono due norme che si contraddicono sul punto. E la domanda è di nuovo: che fare?
Queste sono solo alcune delle molte incoerenze tra cui gli addetti ai lavori devono districarsi, in un momento in cui la mancanza di chiarezza da parte delle autorità (a cui siamo più che abituati, d’accordo, ma la situazione generale non fa che aggravare la confusione) sta determinando un aumento di pericoli di contagio e soprattutto un dispendio di energie, tolte a quello che dovrebbe essere l’obiettivo primario: supportare aziende e lavoratori verso la sopravvivenza economica. Noi di Strali, pur consci della delicatezza del momento e del fatto che ci troviamo tutti ad affrontare una pandemia (Governo compreso), ci aspettiamo che vengano al più presto chiarite le misure da adottare e che gli operatori del settore possano dedicarsi a dare risposte certe.
Comments