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FUORI DAL LIMBO

StraLi vince un ricorso contro le prassi distorte della Questura di Torino ai danni di chi richiede protezione speciale.

Da oggi, le persone richiedenti protezione speciale con un ricorso pendente al Tribunale di Torino avranno diritto ad avere una ricevuta o un permesso provvisorio, che permetterà loro di vivere e lavorare regolarmente sul territorio in attesa di una decisione definitiva sulla loro domanda.

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Attualmente, la legge non prevede esplicitamente questa possibilità per coloro che chiedono protezione speciale direttamente alla Questura: in questa lacuna normativa si insinuano le prassi distorte delle varie questure (di cui vi abbiamo già parlato qui) che talvolta riconoscono un permesso provvisorio, talvolta danno una ricevuta e, più spesso - a Torino in particolare - non danno nessun titolo.

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Per questo come StraLi, alcuni mesi fa, abbiamo presentato un ricorso in Tribunale: la Questura di Torino rifiutava di rilasciare un permesso provvisorio a coloro che impugnavano un rigetto questorile della propria domanda di protezione speciale. Per le persone richiedenti questo significava restare sul territorio italiano mesi, se non anni, senza permesso, senza poter lavorare, studiare, affittare una casa, accedere al servizio sanitario nazionale, in attesa della decisione del Tribunale.

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Nel nostro caso, il Tribunale aveva anche esplicitamente accolto la domanda del ricorrente di sospendere provvisoriamente gli effetti del diniego, autorizzandolo a restare sul territorio fino alla decisione finale. Tuttavia, per la Questura neppure questo era stato sufficiente a concedere un titolo di soggiorno. 

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Da oggi tutto questo dovrà cambiare: abbiamo vinto la nostra causa e il Giudice ha ordinato alla Questura di concedere un permesso provvisorio o una ricevuta alle persone richiedenti protezione in attesa del giudizio. Si tratta di un piccolo ma importante tassello nel contrasto alle prassi distorte delle Questure, a garanzia dei diritti di tutte le persone in movimento sul nostro territorio.

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