A Mente Libera: carcere e salute mentale
La storia dei nostri ricorsi e delle nostre azioni davanti alla Corte EDU per la tutela della salute psichiatrica in carcere
Come StraLi, siamo intervenuti per garantire una tutela effettiva del diritto alla salute mentale nelle carceri. Il nostro intervento si è strutturato su due livelli:
- Sostenendo la presentazione di un ricorso d’urgenza, tramutatosi poi in ricorso ordinario, dinanzi alla Corte Europea dei Diritto dell’uomo (corte EDU) (caso Saad);
- Intervenendo nella fase di esecuzione delle sentenze della Corte Edu (casi Citraro e Molino c. Italia e Sy c. Italia)
- Il caso Saad (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Application no. 53640/22)
Nel caso specifico la persona detenuta è stata dichiarata incompatibile con il regime carcerario, con la conseguente revoca della misura carceraria e l’inserimento nelle liste d’attesa per la collocazione in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS), strutture ideate appositamente per l’accoglienza e la cura delle persone oggetto di misure cautelari con patologie psichiatriche.
Dopo innumerevoli solleciti per il suo inserimento in tale struttura e rilievi ai Giudici interni circa l’illegittimità del perdurare del suo stato detentivo, tutti rimasti invariabilmente inascoltati anche a dispetto del fatto che più volte la persona assistita ha tentato di farsi del male, è stato dunque presentato un ricorso urgente per denunciare alla Corte EDU tale condizione e chiederne l’intervento.
Questa condizione è tristemente nota nelle carceri italiane nelle quali si stima siano presenti più di 750 persone detenute in attesa di essere inserite in struttura REMS.
La Corte di Strasburgo, che su tale problematica ha già condannato l’Italia nel febbraio 2022 per violazione della Convenzione, preso atto del contenuto del ricorso ha sollecitato il governo italiano a riferire entro lunedì 28 novembre 2022 in merito ai trattamenti messi in atto nel carcere di San Vittore rispetto alla salute mentale della persona detenuta, le cui condizioni richiederebbero, secondo quanto già espresso dalla Corte, un costante monitoraggio della situazione e una terapia adeguata alle esigenze cliniche della persona detenuta.
Il governo italiano nella sua risposta obiettava sottolineando come il sig. Saad stesse ricevendo una terapia farmacologica adeguata e che lo stesso era coinvolto in alcune attività di laboratorio all’interno del carcere dedicate a soggetti fragili. Nella nostra risposta abbiamo evidenziato come la stessa cartella clinica del sig. Saad dimostrasse il contrario e che le misure indicate dal governo (tra cui anche periodi di osservazione nelle c.d. “celle lisce”) non costituissero una strategia terapeutica adeguata a garantire il benessere psico-fisico del detenuto.
In seguito al nostro ricorso urgente, il sig. Saad veniva trasferito in una REMS nel mese di dicembre 2022. Questo ha portato al rigetto del nostro ricorso per l’applicazione di una misura provvisoria da parte della Corte EDU.
In seguito al rigetto del ricorso urgente, nello stesso mese StraLi ha presentato un ricorso ordinario dinanzi alla Corte EDU. Nel ricorso StraLi ha invocato una violazione degli artt. 2, 3, 5, 6.1, 13 CEDU, in quanto il sig. Saad, affetto da numerose patologie psichiatriche, era stato detenuto in attesa di un posto in una REMS, tentando in due occasioni il suicidio, in assenza di cure adeguate alla sua situazione. Tutto ciò è avvenuto senza che l’ordinamento italiano preveda alcun tipo di ricorso effettivo né uno strumento giuridico per ottenere una riparazione.
In seguito alla pubblicazione del caso il 28/8/2023 (App. No. 53640/22), si è instaurata una fase di pre-contenzioso, nella quale StraLi e il governo italiano si sono interfacciati tramite una serie di osservazioni scritte. In particolare, la Corte EDU ha chiesto alle parti rispondere alle seguenti domande:
- Si è verificata una violazione dei diritti del ricorrente ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione (si veda Sy c. Italia, n. 11791/20, §§ 76-89, 24 gennaio 2022)? In particolare:
- alla luce del disturbo psichiatrico del ricorrente e della decisione emessa dal giudice per le indagini di Milano il 13 maggio 2022 che ordinava il suo collocamento in una REMS, la detenzione in carcere del ricorrente era compatibile con il suo stato di salute?
- il ricorrente ha ricevuto cure mediche adeguate durante la sua detenzione in carcere (si veda Rooman c. Belgio [GC], n. 18052/11, §§ 146-47, 31 gennaio 2019, e Strazimiri c. Albania, no. 34602/16, §§ 103-12, 21 gennaio 2020)?
- Vi è stata una violazione dei diritti del ricorrente ai sensi dell’articolo 5 § 1 della Convenzione? In particolare, a seguito della decisione del 13 maggio 2022 che ha disposto il collocamento del ricorrente in una REMS e ha revocato la detenzione cautelare con effetto dalla data in cui si è reso disponibile un posto, la detenzione continuata del ricorrente è stata “conforme a una procedura prevista dalla legge” ai sensi dell’articolo 5 § 1 della Convenzione?
- Il ricorrente aveva a disposizione una procedura efficace per contestare la legittimità della sua detenzione, come richiesto dall’articolo 5 § 4 della Convenzione?
- Il ricorrente aveva un diritto effettivo ed esigibile alla compensazione per la sua presunta detenzione illecita, come richiesto dall’articolo 5 § 5 della Convenzione (si veda Sy, sopra citato, §§ 141-48)?
- Vi è stata una violazione dell’articolo 6 § 1 della Convenzione per quanto riguarda l’esecuzione della decisione emessa dal giudice per le indagini preliminari di Milano il 13 maggio 2022 (si veda Sy, sopra citata, § 153)?
Poiché nella fase di pre-contenzioso non è stata raggiunta una composizione amichevole, si è aperta la fase di contenzioso. Al momento StraLi è in attesa di ricevere il verdetto della Corte.
StraLi, in coerenza con la propria attività, auspica che la proposizione del ricorso ed il conseguente intervento della Corte EDU possa ulteriormente spingere il governo italiano a porre un rimedio legislativo a questa situazione intollerabile, contribuendo così contribuire alla piena tutela della salute psichiatrica delle persone oggi detenute negli istituti di pena italiani.
- Gli interventi nei casi Sy e Citraro e Molino c. Italia
StraLi si è impegnata anche nella fase esecutiva delle decisioni della Corte EDU nell’ambito della salute mentale in situazioni di privazione della libertà. In particolare, attraverso la procedura della Rule 9, grazie ad una collaborazione con il Network EIN, StraLi è intervenuta per chiedere al governo italiano di mettere in atto le misure contenute nell’Action Plan, un piano d’azione che i governi devono dirigere per riportare le misure adottate e da adottare per dare esecuzione alle decisioni della Corte EDU e contrastare la violazione in oggetto in modo strutturale (in modo da evitare ulteriori ricorsi sullo stesso tema).
La fase di esecuzione delle decisioni della Corte EDU è cruciale per apportare cambiamenti sostanziali a livello nazionale e il procedimento ex Rule 9 permette di instaurare un dialogo (“ping pong”) tra le autorità governative e altri enti quali organizzazioni della società civile, istituzioni nazionali per i diritti umani e enti internazionali.
Due sono i casi in cui StraLi è intervenuta nell’ambito della salute mentale in carcere: Sy contro Italia, in cui la corte ha stabilito una violazione del divieto di trattamenti inumani e degradanti e della privazione della libertà personale e Molino e Citraro contro Italia, che riguarda la violazione del diritto alla vita, trattati unitamente data l’attinenza al tema del diritto alla salute mentale in condizioni di detenzione.
StraLi invia una prima comunicazione al Comitato dei Ministri il 9 marzo 2023 in relazione al caso Sy, dando seguito all’Action Plan del governo del gennaio 2023, sottolineando che le misure adottate dal governo non sono sufficienti. Il sistema non rispetta il diritto alla salute mentale dei detenuti con bisogni psichiatrici, che, trovandosi detenuti in carcere ordinario senza un adeguato trattamento terapeutico, non hanno a disposizione alcuna alternativa.
Inoltre, mancano risorse sufficienti stanziate dal governo e le misure adottate non sono sistematiche, né sufficientemente coordinate. I tagli di fondi al Dipartimento di amministrazione penitenziaria (DAP) non consente di affrontare efficientemente il problema delle persone detenute in carcere ordinario nell’attesa di un posto più adeguato in REMS.
StraLi sottolinea inoltre la mancanza di un rimedio legale per far ricorso per i danni subiti durante la detenzione ingiustificata nell’attesa di un posto in REMS e chiede di adottare una legge specifica per ottenere un risarcimento per la violazione dell’articolo 5 CEDU sulla libertà personale.
StraLi, vista la drammatica situazione delle liste d’attesa per l’accesso in REMS, richiede poi la costruzione di nuove REMS nel rispetto del principio di territorialità, chiede di allocare maggiori risorse per rispettare il principio di un trattamento individualizzato e infine chiede alle autorità di fornire maggiori informazioni sul lavoro del comitato creato per monitorare le liste d’attesa per collocare gli individui nelle REMS.
A seguito del secondo Action Plan dello Stato Italiano di aprile 2023 e vista la mancanza di miglioramenti delle condizioni carcerarie degli individui detenuti affetti da condizioni psichiatriche e della lunghezza delle liste di attesa per entrare in REMS, a maggio 2023 StraLi invia una seconda comunicazione al Comitato dei Ministri. StraLi chiede di investire sufficienti risorse ai dipartimenti di salute mentale con il compito di sviluppare servizi di salute mentale nel territorio italiano come i Piani Individuali di Riabilitazione Terapeutica, per poter contribuire alla diminuzione del numero di individui in attesa di un posto in REMS. Inoltre, c’è la necessità di aumentare le capacità e la qualità di queste strutture terapeutiche, rispettando il principio di territorialità.
StraLi ribadisce che c’è bisogno di creare un rimedio legale per permettere ai soggetti detenuti illegalmente nel periodo di attesa di un posto in REMS di avere un redress giudiziario.
Infine, richiede alle autorità di fornire informazioni sull’impatto e l’efficacia sul lavoro svolto dallo Steering Committee dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali sulle liste d’attesa delle REMS e poter fornire tutti i dati raccolti durante l’attività di monitoraggio, per dimostrare maggiore trasparenza.
A seguito delle comunicazioni del governo e di StraLi, il Comitato dei Ministri rilascia una decisione il 7 giugno 2023, riconoscendo un miglioramento nel numero delle persone in lista d’attesa, ma ribadendo il bisogno di stanziare fondi per migliorare la situazione sistematicamente e aumentare le capacità delle REMS. Il Comitato ha espresso preoccupazione per il fatto che le misure adottate fino a quel momento non avessero avuto un impatto positivo. Al contrario, nel 2023 e 2024, le statistiche dei suicidi in carcere non han visto miglioramenti e chiede di attuare le linee guida per prevenire i suicidi.
Un anno dopo, ad aprile 2024, vista la drastica situazione delle carceri e il numero dei suicidi che avvengono durante la detenzione ordinaria, StraLi torna a comunicare con il Comitato. Nuovamente chiede di raccogliere dati sulle liste di attesa delle REMS, sulle persone detenute in ATSM (Articolazione per la Salute Mentale all’interno delle carceri),…
All’interno delle carceri è necessario aumentare il numero di psicologi e psichiatri e fornire corsi di formazione sulla salute mentale, il rischio e la prevenzione dei suicidi. Ulteriori misure devono essere adottate per le ATSM in modo che non diventino erroneamente sostitute delle REMS. Per quanto riguarda le REMS, StraLi chiede di uniformare la procedura e i regolamenti in Italia, di ridurre i tempi di attesa per l’accesso e, nuovamente, di fornire un rimedio giudiziario alle persone che rimangono in carcere detenute durante l’attesa.
L’ultima decisione del Comitato dei Ministri, risalente al 13 giugno 2024, esprime preoccupazione per la mancanza di informazioni riguardo a un progresso fatto per quanto riguarda le REMS e per la lunghezza delle liste d’attesa. Le persone che continuano ad essere detenute, aspettando un posto in rems, rischiano di essere sottoposte a privazione di libertà di libertà contro l’articolo 5 della CEDU.
Il Comitato ribadisce la sua preoccupazione riguardo al trend di suicidi che aumenta e chiede alle autorità di allocare le risorse necessarie per ridurre i suicidi, chiedendo al Governo italiano di confermare l’investimento di risorse nel settore psicologico e psichiatrico in prigione e sottolineando l’insufficienza degli stessi.