Come salvarsi la faccia, pt. 1

Il nostro report sugli strumenti più adatti a contestare l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine e delle autorità giudiziarie in Italia

La nostra ricerca su possibili strategie di litigation per contestare l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria 

Nel 2022, abbiamo ottenuto un finanziamento dal Digital Freedom Fund con lo scopo di sviluppare contenzioso strategico volto a contestare l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine e delle autorità giudiziarie in Italia. In particolare, abbiamo guardato al decreto legge 139/2021, convertito nella legge 205/2021 (la cosiddetta “moratoria”). Questa legge ha sospeso l’installazione e l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale negli spazi pubblici da parte di soggetti pubblici e privati. in base alla quale l’installazione e l’utilizzo della tecnologia di sorveglianza biometrica è sospesa in tutti i luoghi pubblici, siano essi utilizzati da soggetti pubblici o privati (la cosiddetta “moratoria”). Esistono tuttavia due eccezioni: 1) tali tecnologie possono essere utilizzate dalle forze dell’ordine e dalle autorità giudiziarie per la prevenzione, l’indagine, l’accertamento e il perseguimento di reati, o per l’esecuzione di sanzioni penali; e 2) per le finalità di cui al punto 1) non è richiesto il controllo ex ante da parte dell’Autorità per la protezione dei dati.

Tutto ciò è in violazione dei diritti fondamentali esplicitati, tra gli altri, dalla Costituzione italiana, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU); ed è anche in contrasto con la posizione dominante a livello europeo e internazionale (esplicitata, tra l’altro, nella Risoluzione adottata dal Parlamento europeo nell’ottobre 2021), che vede la necessità di una regolamentazione più rigorosa volta a prevenire l’uso arbitrario di queste tecnologie, data anche la loro natura discriminatoria.

Alla luce di tutto questo, StraLi si è innanzitutto chiesta: qual è il percorso di contenzioso strategico più adeguato per contestare l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale (“FRT”) da parte delle forze dell’ordine e delle autorità giudiziarie in Italia? 

La nostra risposta sta nelle pagine del nostro nuovo report, frutto di un lavoro di ricerca durato mesi. La ricerca si concentra in particolare sulla rilevanza delle FRT all’interno del procedimento penale.

Questo toolkit è rivolto a praticanti del diritto, ONG, associazioni e altri rappresentanti della società civile. Fornisce una panoramica completa del quadro giuridico applicabile a livello nazionale, internazionale ed europeo – corredato dalla relativa giurisprudenza – sulle FRT.

Sei unə avvocatə e ti trovi di fronte a un potenziale procedimento penale in cui si è fatto uso di FRT? 

Hai subito un riconoscimento tramite un sistema dotato di FRT (ad es. SARI-Enterprise) con conseguenze di rilevanza penale?

Contattaci: sapremo fornirti l’aiuto necessario per navigare la materia ed identificare le migliori mosse strategiche.

Insieme potremo ottenere il rafforzamento dei diritti e delle libertà fondamentali legate a doppio filo ad un uso corretto del riconoscimento facciale!

Approfondimenti

Report

Executive summary

Dona ora e sostieni il cambiamento!

Forse non riusciremo a ognuno degli innumerevoli torti che si verificano ogni giorno in ogni angolo del pianeta, però vogliamo provare a lasciare un’impronta. Vogliamo farlo un caso strategico alla volta, un diritto alla volta. E lo facciamo attraverso ciò che ci riesce meglio: il contenzioso strategico, l’advocacy e la divulgazione!

In questo percorso, ogni piccolo contributo può fare la differenza.

Il tuo può diventare uno dei tanti, fondamentali tasselli che ci aiutano nel perseguire la nostra missione.

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