Di Sarno e altri contro Italia

Tra l’11 febbraio 1994 e il 31 dicembre 2009, nella regione Campania in Italia è stato dichiarato lo stato di emergenza riguardante la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. A causa di decenni di influenza della criminalità organizzata, il sistema di gestione dei rifiuti era del tutto inefficace. La crisi dei rifiuti nella zona era così grave che i rifiuti si sono accumulati nelle strade. L’alto numero di incendi causati dallo smaltimento di rifiuti legali e illegali ha conferito all’area il famigerato soprannome di “Terra dei Fuochi”.

In queste circostanze, diciotto persone che vivevano o lavoravano nella zona hanno presentato il caso Di Sarno e altri c. Italia (Ricorso n. 30765/08) dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La Corte ha successivamente riscontrato che le autorità italiane avevano violato gli articoli 8 e 13 della CEDU per non aver garantito un sistema di gestione dei rifiuti efficace per le persone residenti del Comune di Somma Vesuviana (parte della Città metropolitana di Napoli) in Campania.

Le autorità italiane avevano mancato ai propri obblighi sostanziali di protezione del diritto alla vita privata e familiare delle persone residenti. Anche se le persone ricorrenti non avevano lamentato problemi di salute e la Corte aveva determinato che la loro vita e salute non fossero state messe in pericolo dall’esposizione ai rifiuti, essa ha riscontrato una violazione del loro diritto sancito dall’articolo 8. La Corte ha basato tale decisione sul diritto a un ambiente sano, concludendo che “la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti” costituiscono “attività pericolose”. Di conseguenza, “lo Stato era tenuto a adottare misure ragionevoli e appropriate capaci di tutelare il diritto delle persone interessate a un ambiente sano e protetto”.

In relazione all’articolo 13, la Corte ha ritenuto che la violazione derivi dalla mancanza nel sistema giuridico italiano di rimedi effettivi che permettano alle persone ricorrenti di ottenere un risarcimento per i danni subiti. La sentenza è divenuta definitiva il 10 aprile 2012 e da allora il Comitato dei Ministri ne ha monitorato e esaminato l’esecuzione, in particolare durante la 1259ª riunione nel giugno 2016, la 1348ª riunione nel giugno 2019 e la 1411ª riunione nel settembre 2021. Più recentemente, il Comitato dei Ministri ha sollecitato le autorità italiane a fornire informazioni sui progressi compiuti entro il 15 marzo 2022. Inoltre, il Comitato ha deciso di riprendere l’esame del caso durante la riunione dedicata ai Diritti Umani nel giugno 2022.

In virtù dell’articolo 46 della CEDU e della Regola 9.2 del Regolamento del Comitato dei Ministri, StraLi ha presentato una comunicazione sull’esecuzione di questa sentenza. La nostra comunicazione mira a evidenziare il fatto che l’Italia, ad oggi, non ha implementato sistemi di smaltimento dei rifiuti efficaci nelle aree interessate. Vogliamo inoltre sottolineare che persiste una lacuna nel sistema giuridico interno italiano per ottenere adeguati rimedi risarcitori in casi simili. In aggiunta, intendiamo evidenziare come le misure descritte nel Rapporto d’Azione presentato dal Governo italiano il 1º aprile 2022 siano inefficaci e non affrontino adeguatamente la violazione dell’articolo 8 né dell’articolo 13 della CEDU. Abbiamo quindi richiesto al Comitato dei Ministri di respingere il Piano d’Azione proposto e di sollecitare le autorità italiane a implementare le misure generali appropriate.
Il caso Di Sarno e altri c. Italia è stato all’ordine del giorno della riunione del CM-DH, che si è tenuta dal 7 al 9 giugno 2022. Il Comitato dei Ministri ha poi messo lo stato di implementazione della decisione nell’agenda di settembre 2023, e in quella di marzo 2024.StraLi riconosce il ruolo cruciale del diritto ambientale nella società contemporanea e dispone di un dipartimento dedicato a migliorare la protezione dell’ambiente attraverso l’applicazione dello Stato di diritto. Continueremo a contribuire a questo caso fino a quando non si vedranno i risultati necessari.

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